Il Piano Mer, finanziato dal Pnrr, punta a monitorare i fondali marini italiani attraverso una mappatura innovativa e azioni di ripristino. Con 37 interventi programmati, mira a proteggere habitat come la Posidonia oceanica e a rimuovere reti abbandonate, contribuendo alla sostenibilità ambientale e preparando l’Italia alle direttive europee sulla conservazione degli ecosistemi marini.
Il Marine Ecosystem Restoration, noto come Mer, è un piano di ripristino che darà il via alla prima mappatura completa per monitorare le coste e i fondali marini italiani. Questo progetto ambizioso, finanziato con i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), prevede interventi mirati al ripristino degli habitat marini, anticipando così i requisiti stabiliti dal regolamento dell’Unione Europea.

Sotto la guida del coordinatore del progetto e responsabile del Centro Nazionale Coste di Ispra, Giordano Giorgi, il Mer ha pianificato ben trentasette interventi con un budget di 400 milioni di euro. Questi interventi devono essere completati entro due anni e comprendono una vasta gamma di attività finalizzate alla tutela e al ripristino degli ecosistemi marini italiani.
Esplorazione e ripristino: le iniziative chiave del progetto Mer per la conservazione degli habitat marini italiani
Uno dei progetti chiave in fase di avvio è la prima mappatura completa della costa italiana. Questa iniziativa, affidata al consorzio guidato dall’azienda Fugro, utilizzerà tecnologie avanzate per ottenere una fotografia dettagliata dello stato di salute degli ecosistemi marini. Il processo, che coinvolgerà sensori ottici, satellitari e persino veicoli sottomarini autonomi, consentirà la creazione del primo Atlante digitale dei mari italiani. Questa mappatura fornirà informazioni cruciali per la pianificazione di interventi governativi e locali, nonché per lo sviluppo dell’energia eolica offshore.

Inoltre, il progetto Mer si concentrerà sull’esplorazione di aree marine precedentemente non monitorate nel Mediterraneo. Con il supporto finanziario del Pnrr, l’Italia si impegna a colmare il divario nella conoscenza dei fondali marini, incluso lo studio di oltre 70 monti presenti lungo le coste italiane. Questo sforzo di mappatura e ricerca mira a fornire una panoramica completa degli ecosistemi marini italiani, consentendo una gestione più efficace e sostenibile delle risorse marine.
Parallelamente alle attività di esplorazione, il Mer si concentrerà sul ripristino degli habitat marini. Uno dei progetti in corso prevede il recupero dei banchi di ostrica piatta europea, una specie autoctona del Mar Adriatico, in cinque regioni italiane. Questo intervento è cruciale considerando che l’85% dei banchi naturali di ostriche nel mondo è andato perduto. Un altro progetto di ripristino riguarda la Posidonia oceanica, una pianta acquatica fondamentale per la mitigazione dei cambiamenti climatici.

Piano Mer: monitorare i fondali marini italiani e azioni di ripristino per la conservazione ambientale
Queste iniziative assumono un’importanza particolare alla luce dell’approvazione imminente della Nature Restoration Law dell’Unione Europea, che mira a ripristinare almeno il 90% delle aree marine e terrestri degradate entro il 2050. Il coordinatore del progetto, Giordano Giorgi, ha sottolineato l’importanza di essere all’avanguardia in queste azioni di ripristino, preparandosi così agli obblighi futuri imposti dall’UE.
Oltre agli interventi di mappatura e ripristino, il Mer ha pianificato una serie di progetti aggiuntivi. Questi includono la realizzazione di campi di ormeggio per proteggere i fondali marini e la rimozione delle reti da pesca abbandonate, note come “ghost nets”, che rappresentano una significativa fonte di inquinamento marino. L’86,5% dei rifiuti marini è collegato alle attività di pesca, evidenziando l’importanza di tali iniziative per la conservazione degli habitat marini.

Possiamo di certo affermare che il progetto Mer rappresenta un’imponente iniziativa per la tutela e il ripristino degli habitat marini italiani, finanziata attraverso il Pnrr e in linea con le future normative dell’Unione Europea. Queste azioni non solo contribuiranno a preservare la biodiversità marina, ma anche a garantire la sostenibilità delle risorse marine per le generazioni future.
Immagine di copertina: Adobe Stock di GINGER_Tsukahara – Il mondo misterioso dei fondali marini