Si può realizzare un’architettura sostenibile con materiali eco-friendly, rispettando l’ambiente e accogliendo le migrazioni previste per i prossimi anni? Sembra proprio di Sì. Questa tendenza fa il giro del mondo partendo da Bali, arrivando fino a Massa Lombarda.
Nuove tendenze sostenibili anche in architettura: canapa, micelio, alghe, sughero e altri bioderivati stanno diventando sempre più popolari tra architetti e designer, grazie alla loro capacità di immagazzinare CO2, riducendo l’impronta di carbonio degli edifici. Il vantaggio di essere risorse rinnovabili potrebbe renderle ottimi sostituti di materiali come l’acciaio, il cemento e il cartongesso, risultando anche facili da smaltire.
Oggi, del resto, quella di costruire città sostenibili è un’urgenza pari alla rapidità della loro espansione. Nel libro The Ideal City, edito da Gestalten, il think tank Space10 scrive che per accogliere la crescente popolazione urbana globale dovremo entro pochi decenni raddoppiare le dimensioni dei nostri centri abitati, l’equivalente di costruire una Parigi ogni due mesi per i prossimi 30 anni.
Architettura eco-friendly, dal bambù alla terra cruda
A Bali, in Indonesia, c’è una scuola che educa alla sostenibilità e al rispetto per la natura. Si chiama Green School ed è stata concepita nel 2006 dalla coppia di ambientalisti canadesi John e Cynthia Hardy. La scuola (che oggi ha sedi in Nuova Zelanda, in Sudafrica e a Tulum, in Messico) è la prima struttura del suo genere a essere stata costruita interamente in bambù, risorsa rinnovabile tra le più importanti della regione.
In Italia troviamo Tecla, modello di casa ecosostenibile stampato in 3D in terra cruda che l’architetto Mario Cucinella ha progettato a Massa Lombarda, in provincia di Ravenna. Metaforicamente si ispira a una delle città invisibili di Italo Calvino, la città in continua costruzione ed è un progetto a emissioni quasi zero. La sua struttura e l’utilizzo di un materiale locale come la terra cruda ha inoltre permesso di ridurre gli scarti.
Il sogno dell’architetto è che Tecla possa far fronte non solo all’emergenza climatica e al bisogno di abitazioni sostenibili a chilometro zero, ma anche all’emergenza abitativa, specialmente in contesti di crisi generati da migrazioni e catastrofi ambientali.
Altri esempi di architettura sostenibile rispettando l’ambiente
Un altro modello virtuoso di architettura arriva dall’America: Hy-Fi è la prima struttura realizzata con il micelio, ovvero il corpo vegetativo dei funghi. Questo materiale vegetale ha fatto “crescere” i mattoni in pochi giorni, senza bisogno di energia. Di conseguenza le emissioni di carbonio sono quasi zero e si nutre semplicemente di rifiuti come stocchi di mais o altri sottoprodotti agricoli. Il progetto porta la firma di The Living, uno studio innovativo con sede a New York fondato da David Benjamin. Questo progetto aspira a creare l’architettura del futuro attraverso l’esplorazione di nuovi materiali e tecnologie. Quando infatti hanno smantellato la struttura (nasceva come padiglione temporaneo per eventi culturali pubblici) i mattoni sono stati compostati. Il terreno risultante è stato donato agli orti della comunità locale dimostrando che questo esperimento offre molte possibilità costruttive.
Nel frattempo a Tallinn, in Estonia, si è da poco conclusa la sesta edizione della Biennale di Architettura intitolata “Edible; Or, The Architecture of Metabolism” e dedicata alle connessioni possibili tra cibo ed energia anche nell’edilizia. Alludendo alla capacità dell’architettura di svolgere processi metabolici, produrre risorse, “digerire” i propri rifiuti e infine decomporsi, i progetti che erano lì riuniti – dai mattoni a base di terra di Lola Ben-Alon e Sharon Yavo-Ayalon a quelli di micelio di Siim Karro – mettono in discussione la natura estrattiva, consumistica e contaminante dell’ambiente costruito.
Utilizzare gli edifici per pulire l’aria
Tra coloro che ricercano un’architettura sostenibile e che rispetta l’ambiente troviamo Claudia Pasquero e Marco Poletto di ecoLogicStudio. Hanno sviluppato un sistema fotosintetico di rivestimento per gli edifici (chiamato appunto PhotoSynthetica) che utilizza l’energia solare per rimuovere CO2 e sostanze inquinanti dall’atmosfera e produrre una preziosa risorsa alimentare sotto forma di alghe.
Uno dei progetti più recenti che utilizza la tecnologia PhotoSynthetica è AirBubble, primo parco giochi biotecnologico al mondo dotato di microalghe che purificano l’aria. Situato a Varsavia, nel giardino del Copernicus Science Centre, il progetto – una vera e propria bolla d’aria pulita dove i bambini possono giocare – si propone come una tipologia architettonica innovativa.
La natura è così chiamata a partecipare attivamente alla rivoluzione digitale. Per diventare la componente di una nuova infrastruttura.