Premiato come imprenditore dell’anno da EY, le scelte di Matteo Lunelli raccontano di una famiglia con alle spalle una grande tradizione, arricchita da una visione del futuro attenta alla sostenibilità, carbon neutrality e innovazione per un risultato di indiscussa eccellenza.
Matteo Lunelli, a capo delle Cantine Ferrari, è stato recentemente premiato da EY come Imprenditore dell’anno. La sua storia racconta di un ritorno in famiglia, dopo cinque anni in finanza nel team di Goldman Sachs nel 2003. Dal 2011 ricopre l’incarico di amministratore delegato del Gruppo Lunelli a cui fanno capo Ferrari Trento, i vini fermi di Tenute Lunelli il Prosecco Superiore Bisol 1952, la grappa Segnana, l’acqua minerale Surgiva e la cedrata Tassoni. Matteo Lunelli rappresenta la terza generazione dell’azienda di famiglia, nata a Trento 120 anni fa.
Nei vigneti di montagna, in Trentino, il Gruppo Lunelli produce bollicine e vini fermi, Chardonnay e Pinot Nero. I vini rossi invece nascono in Umbria e Toscana: il Sangiovese nella tenuta di Podernovo e il Montefalco Sagrantino in quella di Castelbuono, dove l’artista Arnaldo Pomodoro ha realizzato una cantina-scultura.
“Qualcuno dice che i primi cento anni siano i più difficili per chi produce vino. lo sono stato fortunato, perché sono entrato nelle Cantine Ferrari quando i cento anni li avevano appena compiuti”. «Il vino è un mondo meraviglioso. È espressione di un territorio, regala emozioni, è ambasciatore dello stile di vita italiano» ha raccontato Lunelli, intervistato da Millionaire.
Quali sono i segreti del suo successo?
Prima di tutto la pazienza: “è un settore che richiede investimenti importanti e tempi di sviluppo molto lunghi, soprattutto nella produzione. Basti pensare che occorrono cinque anni per avere un’uva di qualità e altri cinque per fare una grande riserva”.


Poi l’approccio giusto con l’inserimento delle nuove tecnologie in azienda:
“Le nuove tecnologie consentono di lavorare in maniera più efficiente, anche in un settore tradizionale come il nostro” spiega Lunelli. “Con i droni si possono osservare i vigneti dall’alto per analizzare la vigoria delle piante. L’intelligenza artificiale insegna alle macchine a riconoscere i grappoli d’uva in arrivo in una cantina in base al colore, per valutarne la qualità. L’Internet of Things permette di ottenere una gestione più intelligente delle risorse idriche”.
La digitalizzazione deve riguardare anche la comunicazione e le vendite: “Marketing digitale, dunque, per raccontare l’identità del Trentino, il talento dei viticoltori, l’unicità dei nostri vini. Per costruire un brand. Anche le vendite hanno bisogno dell’online, proprio un mese fa abbiamo lanciato l’e-commerce di gruppo, nel quale è possibile personalizzare la propria etichetta».
Il Gruppo Lunelli e lei come imprenditore avete investito molto per ottenere la Certificazione bio e carbon neutrality…
“Nel 2017 abbiamo ottenuto la certificazione biologica di tutti i vigneti di proprietà” racconta Lunelli. “Non usiamo insetticidi né concimi chimici. Abbiamo creato inoltre un protocollo di agricoltura sostenibile di montagna seguito da tutti i nostri conferenti (600 tra piccoli e piccolissimi viticoltori).
Infine, con Ferrari Trento abbiamo raggiunto la carbon neutrality: significa che le emissioni dirette dell’azienda sono a impatto zero, e questo grazie alla realizzazione di un parco fotovoltaico sul tetto della cantina e all’acquisto di energia elettrica da fonti rinnovabili”.
“Un’azienda legata al territorio ma che ha fatto in modo che il suo prodotto fosse riconosciuto come eccellenza in tutto il mondo, attraverso la valorizzazione dei talenti, l’innovazione e la sostenibilità. Questa la motivazione che ha portato ad assegnare a Matteo Lunelli il Premio EY – L’imprenditore dell’anno» ha commentato Massimiliano Vercellotti, EY Italy Assurance Leader e Responsabile del Premio.