Il modello della città spugna contro il cambiamento climatico

Maggio 10, 2024
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Il modello della città spugna offre una soluzione innovativa al cambiamento climatico, mitigando inondazioni e siccità grazie a infrastrutture drenanti e progettazione porosa. Nato in Cina, il modello si sta espandendo globalmente, con città come Melbourne, Londra e Copenaghen che adottano sistemi sostenibili per gestire l’acqua e integrare natura e urbanizzazione.

L’innovativo modello della città spugna rappresenta un’arma formidabile per contrastare gli effetti del cambiamento climatico che sta colpendo con sempre maggiore forza il nostro pianeta. Negli ultimi decenni l’impatto del cambiamento climatico sulle popolazioni a ogni latitudine della Terra sta diventando sempre più evidente. Lunghi periodi di siccità si alternano ad alluvioni e inondazioni, che sono particolarmente pericolose soprattutto nei centri urbani ad alta densità abitativa.

Secondo dati recenti, 2,3 miliardi di persone nel mondo vivono in 990 grandi aree urbane, di cui oltre 200 sono concentrate nella sola Cina. Qui le grandi città sono 654 e ben 641 di esse sono vulnerabili alle inondazioni urbane, come ha dimostrato l’allagamento di Pechino nel 2012. Non è un caso quindi che proprio dalla Cina arrivi un nuovo modello di città in grado di contrastare il cambiamento climatico: la città spugna.

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L’intuizione della città spugna come superamento delle infrastrutture tradizionali

La cosiddetta città spugna o sponge city nasce nel 2013 da un’intuizione del professor Kongjian Yu e del suo gruppo di ricercatori dello studio Turenscape. Secondo il professor Yu, urbanista e architetto del paesaggio, è necessario innanzitutto un ribaltamento di prospettiva circa la gestione delle acque superficiali urbane. L’approccio tradizionale delle metropoli moderne prevede infatti di canalizzare i corsi d’acqua in strutture di cemento affinché le inondazioni possano raggiungere mari o laghi. Queste infrastrutture possono anche andare bene in condizioni normali, ma rivelano i loro punti deboli in caso di eventi meteorologici estremi, ormai sempre più frequenti. Infatti, come ha evidenziato Yu in un’intervista concessa a Euronews, infrastrutture di questo tipo mancano di resilienza e spesso sono ad alto rischio di disastro.

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Il modello della città spugna prevede la creazione di un’infrastruttura di drenaggio costituita da alcune vasche nel terreno, in grado di immagazzinare l’acqua piovana. Questo non solo permette un migliore controllo del deflusso dell’acqua, ma ne consente anche il riutilizzo per l’approvvigionamento idrico della città. Ovviamente tutto ciò si traduce nella possibilità da un lato di mitigare gli effetti delle inondazioni, e dall’altro di far fronte ai periodi di siccità. La pianificazione urbana alla base del modello della città spugna prevede inoltre una serie di interventi di progettazione porosa, in primo luogo la depavimentazione dell’asfalto. Quest’ultima è una soluzione particolarmente efficace perché mette a disposizione ampie porzioni di terra battuta e suolo libero in grado di assorbire l’acqua.

Le città diventano spugne per combattere il cambiamento climatico

Dopo la già citata alluvione di Pechino nel 2012, il presidente Xi Jinping ha stabilito di estendere il modello della città spugna a tutta la Cina. Nel 2015 il governo cinese ha annunciato che entro il 2030 l’80% delle municipalità del paese saranno dotate di elementi spugna. Anche altre città del mondo seguono l’idea del professor Kongjian Yu che sia necessario procedere con una migliore integrazione tra sviluppo umano e ambiente.

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Melbourne, per esempio, sta investendo nella realizzazione di migliaia di rain garden (giardini di pioggia) con lo scopo di assorbire l’acqua piovana in eccesso. Il progetto “100 Pocket Parks” promosso dall’amministrazione londinese ha riconvertito numerose aree della città in giardini urbani, parchi giochi e orti metropolitani. In prima linea negli investimenti per fronteggiare il cambiamento climatico c’è poi Copenaghen, che incrementa costantemente le aree verdi e i bacini di raccolta dell’acqua.

Fonti: www.turenscape.com/en/home/index.html e www.bbc.com/news/world-asia-china-59115753

Immagine di copertina: Adobe Stock

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