Dall’8 al 23 settembre si è tenuta a New York “Art at the Edge”, una mostra d’arte all’aperto e gratuita organizzata da Waterfront Alliance. La mostra è giunta quest’anno alla sua quarta edizione e ha presentato i lavori di artisti che vivono a New York e in New Jersey. Attraverso le opere esposte al molo 16 di Seaport i visitatori hanno potuto immergersi in una particolare forma d’arte incentrata sulla crisi climatica.
Queste opere hanno affrontato in vari modi tematiche riguardanti la resilienza costiera, l’accesso al waterfront, la storia e la cultura marittima della regione. “Art at the Edge” ha così fornito uno spazio per l’espressione artistica e un’opportunità per educare e coinvolgere il pubblico su questioni ambientali cruciali. Waterfront Alliance ha scelto infatti di sfruttare il potere delle arti creative per attirare l’attenzione sui pericoli derivanti dal cambiamento climatico.
Waterfront Alliance è un’organizzazione no-profit con sede negli Stati Uniti che condivide con oltre 1.100 partner l’obiettivo di proteggere il waterfront di New York e New Jersey. Per realizzare la mostra “Art at the Edge” si è avvalsa della collaborazione del South Street Seaport Museum e della Howard Hughes Corporation. Il sostegno di questi enti sottolinea l’importanza di simili iniziative nel promuovere un cambiamento positivo per le rive e le comunità della regione.
La mostra “Art at the Edge” ha presentato le opere di tre artisti: Natalie Collette Wood, Nicole Vergalla e Jeremy Dennis. Il lavoro di questi artisti è strettamente connesso al tema della crisi climatica, declinato secondo diverse modalità espressive. Scopriamo qualcosa di più su di loro e sulle opere che hanno scelto di esporre al molo 16 di Seaport.
Natalie Collette Wood, “Oyster Party” – New York, “Art at the Edge”
“Oyster Party” è un’installazione all’aperto che assembla oggetti naturali e trovati, evidenziando in particolare le conchiglie delle ostriche. La scultura simboleggia l’importanza e l’intricata bellezza di queste creature, sottolineando il loro ruolo essenziale nel sostenere il nostro pianeta. L’opera di Natalie Collette Wood evoca infatti la resilienza delle ostriche e la loro straordinaria capacità di recupero del paesaggio marino.
“Oyster Party” incarna l’impatto delle ostriche come filtri naturali e riflette sul legame storico di New York con esse, proponendosi come simbolo di rinascita ecologica. L’installazione è anche un potente monito rivolto all’umanità: la natura non avrà difficoltà a soppiantarci se trascuriamo le nostre responsabilità nei suoi confronti. Intrecciando le conchiglie delle ostriche e di altri molluschi con oggetti domestici di scarto, “Oyster Party” reinventa il nostro rapporto con i rifiuti e l’ambiente.
La riflessione sul complicato rapporto tra uomo e natura è il filo conduttore dell’arte di Natalie Collette Wood da oltre dieci anni. Attraverso la scultura, il collage e la pittura, questa artista trasforma oggetti domestici ordinari utilizzando materiali naturali fino a renderli quasi irriconoscibili. In altre parole, la sua espressione artistica visualizza ciò che accade quando la natura si riappropria dell’ambiente costruito dall’uomo.
Nicole Vergalla, “Gowanus Dredgers” – New York, “Art at the Edge”
Nicole Vergalla è una fotografa che vive nel sobborgo newyorkese di Gowanus, a Brooklyn, nei pressi dell’omonimo canale. Le fotografie esposte alla mostra fanno parte della sua collezione “Gowanus Dredgers” e sono state scattate nel canale e nelle sue vicinanze. Nicole Vergalla è infatti la fotografa ufficiale del club di canoa Gowanus Dredgers, un gruppo di cittadini impegnati a far conoscere la biodiversità del canale.
A proposito di questa attività spiega: «Ho iniziato a fotografare il Gowanus Dredgers Canoe Club nel 2017 dopo essermi imbattuta nella loro gara annuale di raccolta fondi. Il mio girovagare per la città ha iniziato a concentrarsi sempre più sul canale e sulle aree circostanti. Ero affascinata dalla duplice essenza del Gowanus: un sito di smaltimento dei rifiuti, con una storia segnata dall’incuria e dall’abuso, intrecciata con lo svago, la fauna selvatica e la gioia».
La collaborazione con i Gowanus Dredgers ha portato Nicole Vergalla ad abbracciare la loro missione di coinvolgere il pubblico nella salvaguardia dei corsi d’acqua locali. Secondo la fotografa, infatti, le persone cambiano la loro prospettiva quando vedono la città dall’acqua. «Credo che incoraggiando le persone a impegnarsi attivamente sul nostro lungomare, creiamo futuri amministratori e sostenitori dell’ecosistema che tutti condividiamo.»
Jeremy Dennis, “On This Site – Indigenous Long Island” – New York, “Art at the Edge”
“On This Site” è un progetto di ricerca artistica condotto da Jeremy Dennis, fotografo d’arte contemporanea e membro della tribù della Shinnecock Indian Nation di Southampton. Nel suo lavoro Dennis esplora l’identità, la cultura e l’assimilazione dei nativi americani utilizzando la fotografia e una mappa interattiva online. Il suo obiettivo è preservare e far conoscere i siti culturalmente significativi, sacri e storici, dei nativi americani a Long Island.
La Shinnecock Indian Nation rappresenta uno dei gruppi indigeni più antichi degli Stati Uniti, con una storia ricca e complessa che si estende per migliaia di anni. La tribù ha radici profonde nella regione di Southampton, sulla riva orientale di Long Island, dove tuttora vivono gran parte dei membri. Ciononostante, la Shinnecock Indian Nation ha ottenuto il riconoscimento dal governo federale degli Stati Uniti solo nell’ottobre del 2010.
La posizione costiera della Shinnecock Indian Nation offre una connessione storica e spirituale con il mare e le risorse marine. Infatti, uno dei luoghi sacri per la tribù è Whale’s Fin, una spiaggia da dove un tempo partivano le canoe per la caccia alle balene. Attualmente la Shinnecock Indian Nation è impegnata in progetti volti a promuovere la consapevolezza ambientale e la conservazione delle risorse naturali della regione.
Fonte: www.climateweeknyc.org
Immagine di copertina: Photoville Website