L’ittiturismo e il pescaturismo sono due forme di turismo esperienziale che consentono di vivere il mare e la pesca in modo autentico e diretto. Il turismo esperienziale, infatti, si focalizza sull’esperienza personale del viaggiatore, cercando di coinvolgerlo in attività che lo mettano in contatto con le usanze locali. In quest’ottica, l’ittiturismo e il pescaturismo costituiscono esperienze uniche per il viaggiatore che vuole scoprire l’essenza più profonda dei luoghi che visita.
L’ittiturismo e il pescaturismo sono attività complementari, entrambe regolamentate da leggi nazionali e da varie disposizioni regionali che ne stabiliscono requisiti e modalità di svolgimento. Nella Gazzetta Ufficiale è spiegato che «per pescaturismo s’intende l’imbarco a fini turistico-ricreativi di persone diverse dall’equipaggio, da parte di imprenditori ittici, su unità adibite alla pesca professionale e idonee allo specifico servizio di pescaturismo nonché l’eventuale somministrazione a bordo di alimenti e bevande». Per ittiturismo, invece, si intende «l’attività di ospitalità, di somministrazione di alimenti e bevande, di fornitura di servizi ricreativi o culturali esercitata da imprenditori ittici utilizzando la propria abitazione o edifici nella loro disponibilità».

In sostanza, l’ittiturismo e il pescaturismo si distinguono per il fatto che il primo si svolge sulla terraferma, mentre il secondo si svolge in mare. In entrambi i casi, comunque, al turista viene offerta la possibilità di conoscere il territorio marino e costiero, sperimentando tecniche di pesca o degustando piatti locali. Nel turismo esperienziale, infatti, è insita la valorizzazione del patrimonio biologico e culturale del territorio, così come è vissuto dalle popolazioni del posto. Le attività connesse a queste due forme di turismo, quindi, sono numerose e rappresentano una risorsa preziosa, soprattutto in un paese come l’Italia.
Il turismo esperienziale in Italia: ittiturismo e pescaturismo lungo le coste della penisola
Molte regioni della nostra penisola offrono ai viaggiatori la possibilità di praticare il turismo esperienziale sotto forma di pescaturismo e ittiturismo. Se il Veneto e la Sardegna sono state tra le prime regioni a intuire il potenziale di queste particolari forme di turismo, ora molte altre stanno seguendo il loro esempio. Lungo le coste dell’Adriatico, infatti, ci sono tante località che offrono attività connesse all’ittiturismo e al pescaturismo, basti pensare a San Benedetto del Tronto e Termoli.

La marchigiana San Benedetto del Tronto, con la sua lunga tradizione marinara e un porto peschereccio tra i più importanti d’Italia, offre diverse imbarcazioni per il pescaturismo. Inoltre, dopo una battuta di pesca con canna o retina, si può decidere di gustare il pesce pescato a bordo o sulla terraferma. A Termoli, in Molise, il pescaturismo ha un ruolo centrale fin dal 2021, quando è partito il progetto europeo “Tourismed Plus”. Questa iniziativa mira ad attuare un modello sostenibile di business nel settore del pescaturismo, teso alla salvaguardia dell’ambiente marino e delle tradizioni a esso legate.
Spostandoci su una delle nostre isole maggiori, la Sardegna è una pioniera del turismo esperienziale legato all’ambiente marino. La ricca biodiversità di specie ittiche, infatti, ben si presta alle attività offerte dal pescaturismo e dall’ittiturismo, che vengono ampiamente praticati in molte località costiere. Ad Alghero, sulla costa nord-occidentale dell’isola, si può provare la pesca con le nasse per prendere pesci come orate, saraghi, calamari e spigole. A Villasimius, sulla costa sud-orientale, la pesca con le reti da circuizione o le lenze è usata per prendere tonni, ricciole, lampughe e tonnetti alletterati. Carloforte, sull’isola di San Pietro, al largo della costa sud-occidentale, è famoso per la sua tonnara e qui si può gustare tonno fresco o conservato.

Uno sguardo più approfondito al pescaturismo e all’ittiturismo in Veneto
Come abbiamo già accennato, il Veneto è una delle regioni più attive nel praticare un turismo esperienziale nelle forme del pescaturismo e dell’ittiturismo. In Veneto questi si svolgono sia lungo il litorale adriatico sia nelle zone dei laghi dell’entroterra, in particolar modo sul lago di Garda. Una delle località più ricche di attrattive sotto questo punto di vista è senza dubbio Chioggia, città lagunare a una cinquantina di chilometri da Venezia.
Chioggia è famosa per la pesca con la bilancia, ovvero una grande rete quadrata i cui angoli sono assicurati a piloni in ferro tramite cavi e carrucole. Questa grande rete viene immersa nell’acqua e sollevata a intervalli regolari per raccogliere pesci come sarde, orate, spigole e calamari. Su questi pesci si basano alcune delle pietanze tipiche della laguna veneta: sarde in saor, bigoli in salsa, seppie in umido, solo per fare alcuni esempi.

L’ittiturismo chioggiotto dà anche la possibilità di assaggiare una pietanza dalla tradizione antica, presente in diverse declinazioni in molte altre regioni italiane. Si tratta del broeto (brodetto), una zuppa che si ottiene dal recupero dei pesci avanzati oppure rovinati dalle reti con l’aggiunta di aceto e cipolla. Le specialità della cucina chioggiotta possono essere gustate nei tipici casoni, costruzioni lagunari simili a palafitte utilizzate come abitazioni e rifugi dai pescatori.
Negli anni questi caratteristici casoni sono diventati ristoranti dall’atmosfera suggestiva e autentica, tappe obbligate per chiunque voglia praticare un vero turismo esperienziale a tema marino. Chi invece preferisce gli ambienti lacustri non rimarrà certo deluso dal pescaturismo e dall’ittiturismo offerti sulla sponda veronese del lago di Garda. Qui vengono organizzati itinerari che comprendono escursioni in barca, visite a cantine, degustazioni di prodotti del territorio e anche lezioni di cucina. Insomma, tutti gli ingredienti necessari per un’esperienza turistica davvero unica e personalizzata.
Immagine di copertina: Adobe Stock di jordi2r