Negli ultimi anni sempre più persone in Italia optano per un lifestyle sostenibile, senza tuttavia rinunciare a una tradizione ben radicata nel Belpaese: il caffè. Simbolo per eccellenza del made in Italy, il caffè è ormai parte integrante della cultura e dello stile di vita italiano.
Dalla fine del Cinquecento, quando il caffè giunge per la prima volta a Venezia dall’Oriente, la sua fragranza ha progressivamente conquistato tutta la penisola. Dapprima destinato ai ceti più elevati, nel corso dell’Ottocento si è diffuso presso le classi popolari, diventando presto la bevanda preferita da tutti gli italiani. L’invenzione delle prime macchine per la preparazione del caffè, ossia la moka e la macchina per il caffè espresso, ha ovviamente contribuito alla sua circolazione.

La macchina per il caffè espresso è stata inventata dal torinese Angelo Moriondo nel 1884 e in seguito perfezionata dall’ingegnere milanese Luigi Bezzera. L’ideazione della moka, invece, risale ad Alfonso Bialetti, che nel 1933 ha progettato la caffettiera in alluminio dalla forma ottagonale che ormai è un’icona italiana. Mentre la destinazione privilegiata delle macchine per il caffè espresso erano i bar, la moka era espressamente pensata per un utilizzo domestico.
Nel corso del Novecento la moka ha continuato a essere un cardine della quotidianità degli italiani ed è stata anche protagonista di indimenticabili spot pubblicitari. Il personaggio dell’Omino coi baffi, ideato negli anni Cinquanta dal fumettista modenese Paul Campani, ha animato una delle serie più longeve di Carosello. Negli anni Sessanta la sua frase tipica, «Eh sì sì sì… sembra facile (fare un buon caffè)», era ormai un vero e proprio tormentone. Tuttora, la moka Bialetti e il suo testimonial sono indissolubilmente legati: il logo dell’Omino coi baffi è infatti presente su tutte le caffettiere del marchio.

Scelte consapevoli per coniugare la tradizione del caffè a un lifestyle sostenibile
Negli ultimi anni, la tradizione tutta italiana del caffè si sta adeguando sempre più alle esigenze connesse a un lifestyle sostenibile. Poiché l’industria del caffè è estremamente impattante sull’ambiente e sulle persone lungo tutta la sua filiera, sono necessarie scelte consapevoli e l’adozione di buone pratiche. La preparazione con la moka, per esempio, è preferibile rispetto a quella con le capsule perché ha un consumo energetico inferiore e produce meno rifiuti. Anche l’utilizzo delle cialde ha un impatto ecologico ridotto, perché a differenza delle capsule le cialde sono interamente biodegradabili.
Anche la tipologia di caffè deve essere valutata con attenzione se si vuole garantire una reale sostenibilità economica, sociale e ambientale lungo la filiera produttiva. La preferenza va accordata innanzitutto ai caffè biologici, la cui coltivazione non prevede l’uso di pesticidi o fertilizzanti chimici. Tuttavia, un caffè biologico non è necessariamente un caffè sostenibile, perciò è meglio optare per caffè certificati da enti indipendenti come Rainforest Alliance o Fairtrade. Organizzazioni di questo tipo, infatti, hanno codici di condotta che stabiliscono i requisiti minimi per la produzione responsabile e sostenibile di caffè. Per esempio, Rainforest Alliance certifica che la coltivazione di caffè sia avvenuta nel rispetto dell’ambiente e che gli agricoltori abbiano percepito compensi adeguati.

Infine, è importante che il consumatore si impegni in prima persona a ridurre lo spreco di caffè, adottando alcuni semplici accorgimenti. Una corretta conservazione del caffè, un dosaggio accurato in fase di preparazione e un riuso degli avanzi possono fare una grande differenza. Solo per fare un esempio, i fondi di caffè possono essere riutilizzati come fertilizzante naturale per le piante o come repellente per gli insetti. Inoltre, se si dispone di un compostaggio domestico, si può sfruttare la quantità di azoto contenuta nel caffè per creare un compost ricco ed equilibrato.
Font: www.rainforest-alliance.org
Immagine di copertina: Adobe Stock di Africa Studio